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YIN YOGA

Erroneamente considerata un’alternativa “comoda” allo Hatha Yoga, la pratica Yin è in realtà impegnativa, perché conduce oltre la propria comfort zone fisica e mentale: richiede il difficile compito di “lasciare andare” (zavorre, abitudini, schemi). Codificata dallo statunitense Paul Grilley, lo Yin affonda le sue radici nella tradizione dello Yoga, poiché utilizza posizioni ispirate agli Asana da seduti e sdraiati, e nella Medicina Tradizionale Cinese, che insegna come, per il benessere generale, sia fondamentale l’equilibrio tra attività dinamiche (Yang) e attività ristorative e calmanti (Yin). E’ un lavoro profondo che muovere l’energia nel corpo lavorando su tessuto connettivo (tendini e legamenti), ossa e fascia. Questi tessuti infatti sono “yin”, mentre i muscoli e il sangue sono “yang”, e devono essere in equilibrio per star bene.

Mantenere a lungo la posa è uno degli aspetti importanti: dopo un tempo stabilito di allungamento passivo, il tessuto connettivo si lascia andare e si liberano i meridiani dai blocchi consentendo il fluire libero dell’energia che nutre gli organi.
Per la lentezza e il senso di rilassamento profondo che trasmette la pratica, lo Yin regala benefici analoghi a quelli della meditazione: ci si connette con la propria interiorità e si ottiene tranquillità.

La bellezza dello Yin Yoga consiste anche nella libertà che ciascuno ha di adattare la durata e l’intensità delle posizioni alle proprie esigenze e sensazioni, assorbendone così tranquillità ed energia.

 

Consigliata soprattutto per compensare una vita quotidiana frenetica e l’attività fisica molto intensa.

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